Nome: Victor Vinícius
Cognome: Coelho dos Santos
Soprannome: Vitinho
Data di nascita: 9/10/1993
Luogo di nascita: Rio de Janeiro (Brasile)
Club: Botafogo (Brasile)
Altezza: 178 cm
Peso: 71 kg
Aprile 2011. Il Botafogo si gioca l'accesso alle semifinali di Taça Rio e in casa, davanti al proprio pubblico, viene travolto 5-2 dal Boavista. La contestazione esplode, i giocatori lasciano l'Estadio Olímpico João Havelange dopo la mezzanotte e si ritrovano le auto semidistrutte e - ovviamente - mancano l'obiettivo. Una serata da dimenticare per tutti. Ma non per uno. Victor Vinícius Coelho dos Santos, o come lo chiamano tutti Vitinho, quella sera esordisce con la maglia della società che lo ha lanciato e per la quale tifa da quando era bambino. Un destro tutt'altro che imparabile, e tutt'altro che importante, trafigge il portiere ospite nel recupero di un match che tutti hanno frettolosamente cancellato dalla memoria.
Classe 1993, Vitinho è un attaccante che gli italiani più attenti si ricorderanno. Nel 2011 il ragazzo partecipò al "Torneo Tirreno e Sport" e impressionò per la sua confidenza con il gol. Fece ammattire le difese di Juventus e Milan, e tutti gli osservatori si segnarono il suo nome. Poi, come se non bastasse, a fine anno arrivò il gol raccontato poco prima e la carriera del ragazzo sembrò prendere la piega giusta. E invece no. Ad inizio 2012 Vitinho gioca solo una partita ufficilae a causa di un noioso infortunio alla caviglia destra che lo costringe a stare spesso fermo ai box. Nel mese di giugno, una volta operatosi, ricomincia a correre ma nel frattempo ha perso lo spazio che si era ritagliato, dato che il Botafogo sta lottando in campionato per l'accesso alla Sudamericana e in prima squadra non c'è (spazio). E allora si ritorna nella squadra riserva, dove Vitinho ritrova il ritmo partita, inizia a segnare con lo smalto di prima e torna ad essere il ragazzo che tutti cercavano la sera per le partite di futsal, il calcetto giocato sulla sabbia.
Lo conferma anche lui in un intervento sulle pagine di GloboEsporte: "Da ragazzino i miei volevano farmi studiare. Ero fortunato, avevamo i soldi per farmi continuare gli studi - ha confermato il giovane - ma io sognavo di giocare. Dove non mi importava, ma ero arrivato a scappare di casa la sera per raccogliere la sfida in qualche favela". Poi l'arrivo del Fogào: "Sono entrato nelle giovanili del botafogo ed ho messo la testa a posto. Peccato per la caviglia, mi ha fatto perdere tempo". Ampiamente recuperato: nel Carioca 2013 Vitinho è momentaneamente fermo a quota 5 con l'apice del bellissimo gol segnato al Flamengo. "Mi è arrivato quel pallone solo da mettere dentro - racconta lui - non ho fatto nulla di eccezionale". Umiltà e generosità sono le doti che piacciono di lui, che contrariamente ai colleghi ha un modello da seguire molto vicino: "Il mio modello? Dire Pelè sarebbe facile - chiosa lui - e quindi dico Nicolas Lodeiro. E' un amico, mi ha sempre aiutato fuori dal campo e ogni volta che mi passa un pallone so già dove andarlo a prendere".
Ma che tipo di attaccante è Vitinho? Un giocatore completo, con anche una buona visione di gioco anche se leggero fisicamente (solo 71 kg di peso). Qualche
errore di troppo sottoporta, ma salta regolarmente l'uomo e offre
assist. Piede brasiliano, polmoni e tenacia europea, per un talento che
non è passato inosservato ai tempi del "Tirreno e Sport" quando già vantava qualche comparsata in
prima squadra. Le azioni del Botafogo partivano sempre da lui e dalle sue
giocate. Si prende le responsabilità e non ha mai paura. Gioca molto il
pallone, frequenti gli scambi con i compagni, e non va mai in difficoltà
nello stretto, dove non perde la calma, dando la sensazione di saper
sempre cosa fare. Calcia preferibilmente col sinistro e ama partire proprio dalla fascia mancina del tridente, anche se finisce sempre col trasformarsi in centravanti.
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