mercoledì 27 marzo 2013

CHINESE SUPER LEAGUE - La nuova frontiera del pallone?

Drogba e Anelka, i primi ad andare in Chinese Super League
Accanto alla MLS, accanto al campionato saudita, accanto al campionato qatariota e a quello australiano. La nuova frontiera del pallone è in Estremo Oriente, la Cina, terra vastissima, molto discussa (e non solo per le faccende del Tibet) e talmente grande che per descriverla non basterebbero cento pagine. Un paese apertosi al calcio, desideroso di affacciarsi nel calcio che conta. E dopo le classiche operazioni di merchandising, come sono stati i passaggi - seppur brevi e senza successo - di Didier Drogba e Nicolas Anelka, la Super League prova a spiccare il volo. Andiamo, allora, a scoprire qualcosa di più di questo campionato ai più sconosciuto.

Qualche regola sul mercato - Avete presente le ferree regole sugli stranieri tanto criticate in Russia, Turchia e Ucraina? Ecco, dimenticatele, perchè in Cina la situazione per salvaguardare i giovani dagli occhi a mandorla è ancor più rigida. Il tutto, nonostante i passi in avanti che la federazione ha fatto nell'ultimo anno, permettendo alle squadre di avere in rosa fino a sette giocatori stranieri, di cui almeno uno asiatico (contro i 4+1 in vigore fino a non poco fa). Non è invece cambiato il numero di stranieri convocabili per partita: un massimo di cinque (asiatico compreso), mentre in campo ne possono scendere tre più, eventualmente, un asiatico.

Lippi festeggia la vittoria della CSL della scorsa stagione
Volti noti in campo ... - Ad abbracciare il progetto di crescita della Chinese Super League sono stati in molti, sia prima dei vari Drogba e Anelka - scappati però ben presto dalla Grande Muraglia - sia dopo. Diversi sono i volti noti che scendono in campo tutte le domeniche: è il caso, per esempio, di Lucas Barrios, attaccante paraguaiano che vanta una militanza nel Borussia Dortmund campione di Germania, di Guillaume Hoarau, ex PSG che è emigrato al Dalian Aerbin a gennaio dopo una serie di panchine poco sopportate sotto la Tour Eiffel, di Elkeson, brasiliano a lungo corteggiato dal Bologna ma che ha preferito il Guangzhou Evergrande, di Seydou Keita campione di tutto col Barcellona, di Frederic Kanoutè, di Zvjezdan Misimovic, di Rolando Schiavi, quarantenne argentino che ancora si diverte a dare calci al pallone, e di molti altri ancora.

... e in panchina! - Ma accontentarsi dei giocatori non basta. E allora spazio ad allenatori capaci di insegnare calcio ai giovani e di portare esperienza in un campionato di fatto appena nato. Tra tutti spiccano i nomi di Marcello Lippi, ct campione del mondo nel 2006 alla guida della nazionale italiana, e Sergio Daniel Batista, tecnico della fallimentare Copa America 2011 alla guida dell'Argentina e che, dopo le numerose critiche ricevute in patria, ha scelto di rilanciarsi diverse migliaia di chilometri lontano da casa, ma non vanno dimenticati Takeshi Okada, a lungo ct della nazionale giapponese, Aleksandr Stanojevic, due anni al Partizan Belgrado con ottimi risultati, e Radomir Antic, ex tecnico della nazionale serba e che allenò, seppur per pochi mesi, nel 2003 il Barcellona.

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