lunedì 25 marzo 2013

L'EDITORIALE - L'insostenibile abitudine italiana dei tifosi.



(editoriale a cura di Demetrio Marrara)
Quanti di voi si ricorderanno l'ex genoano Beppe Sculli andare sotto la curva dei tifosi del Genoa per trattare con i capi ultras?
Bene, questa pessima abitudine tutta italiana è tornata a farsi pressante nei campionati di Serie B. Nella 33/a giornata i protagonisti sono i tifosi di Vicenza e Spezia.


Il Vicenza si fa pareggiare all'ultimo minuto da un gol di Pucino, del Varese, domenica pomeriggio. Un paio di ore prima, precisamente a pranzo (12.30 ndr), lo Spezia perde per la seconda volta in 5 giornate dopo aver ottenuto tre pareggi. Il Vicenza è terzultimo con un piede nella fossa della retrocessione, 4 punti più in su troviamo, a sorpresa lo Spezia, inguaiato da qualche giornata a questa parte e nelle sabbie mobili dei playout. Due situazioni inaccettabili, a quanto pare, per i tifosi delle rispettive squadre. Senza dimenticare, non se la prendano, i tifosi del Verona. Più volte autori di atti pessimi nei confronti di giocatori avversari e, spesso, nemmeno presenti in campo.

A fine partita accade quello che noi tutti vogliamo non accadesse in una società apparentemente sviluppata, dedita al fair play, ma soprattutto che si possa ritenere civile. I tifosi chiamano ad alta voce i giocatori sotto le rispettive curve per chiedere spiegazioni. I giocatori, visibilmente impauriti, non si sottraggono a questo richiamo e vanno da loro.

Si beccano insulti, parole infamanti, sputi e urla. E' possibile che in Italia non abbiamo capito che il calcio è uno sport, principalmente uno spettacolo a cui i tifosi devono assistere. Raramente ricordo scene del genere in altri campionati. Che si tratti di Africa, Asia o Sud America.
Questo articolo non vuol essere un inno alla moralità, ma un attestato di presa di coscienza da parte di chi lo scrive, che si rivolge ai tifosi di queste suddette "tifoserie". Quando la smetteremo di fare i mafiosi. Quando la smetteremo di pensare alla partita di calcio come una corrida o come un combattimento tra gladiatori dell'antica Roma?

Chiamare a sè ai tifosi per ledere le loro dignità, ammesso che ce l'abbiano ancora, è una cosa VERGOGNOSA. Permettetemelo di dire.

Le squadre, i giocatori, sono atleti che, chi più chi meno, si impegnano ogni domenica per ottenere la vittoria gettando sul campo cuore, polmoni e carattere. Andrebbero applauditi sempre, come accade in Inghilterra, nonostante sconfitte pesantissime e brutte figure.

Vogliamo iniziare ad esaminare i nostri comportamenti e prendere esempio dagli altri?

E' inutile stupirsi quando i giocatori non sono attratti dai nostri campionati. Stadi vuoti e tifoserie opprimenti. Razzismo radicato nella mentalità retrogada e molto altro. E' ora di dire BASTA a tutto questo.

Nessun commento:

Posta un commento