venerdì 8 marzo 2013

BUNDESLIGA - Dal Paradiso all'Inferno: la favola Hoffenheim è finita

Dietmar Hopp, numero uno dell'Hoffenheim.


C'era una volta l'Hoffenheim. No, non spaventatevi: la piccola realtà tedesca che ha base nella periferia di Sinsheim è ancora viva e vegeta. Il problema è che dopo l'ascesa dall'inferno delle categorie dilettantistiche, l'Hoffe si ritrova a vivere un presente turbolento che potrebbe malauguratamente terminare con una clamorosa retrocessione in Zweite, la seconda serie tedesca.

Per parlare dell'Hoffenheim dobbiamo però tornare indietro di qualche anno in modo da avere ben chiaro il motivo di tale ascesa per un club di un posto dove si contano a malapena 3.200 abitanti e dove il calcio è sempre stato vissuto in maniera marginale. Nel 1999 subentra un personaggio fondamentale per la storia della società biancoblu: è Dietmar Hopp, imprenditore e coo-fondatore della SAP. Hopp ritornò nel suo club di gioventù come finanziatore e i suoi contributi diedero immediatamente i suoi frutti: nel 2000, l'Hooffenheim finì primo in Vebandsliga e fu promosso in Oberliga Baden-Württemberg (IV). Con un altro primo posto l'anno successivo la squadra fu ammessa in Regionalliga Süd (III) per la stagione 2001-02. Al primo anno in terza serie il team terminò il campionato il 13º posto, ma l'anno seguente seppe rifarsi con un quinto posto.
L'Hoffenheim finì al quinto e al sesto posto nei campionati seguenti e nella stagione 2005-06 al quarto posto. Il club, inoltre, partecipò per la prima volta alla coppa nazionale nel 2003-04 venendo eliminato ai quarti di finale dal VfB Lubecca, compagine di seconda divisione; prima però estromise dalla competizione l'Eintracht Trier e il Karlsruher SC, squadre di Zweite Bundesliga e il Bayer Leverkusen squadra di Bundesliga


Nel 2006 Hopp inizia a guardare verso l'alto, perchè il Paradiso - in questo caso la Bundesliga - non è poi così lontano come potrebbe sembrare. Il primo passo è costruire un nuovo impianto da 30.000 posti dotandolo di ogni funzionalità immaginabile, ma solo questo non poteva bastare perchè in campo i valori tecnici rimanevano decisamente mediocri. E come un buon muratore, Hopp decide di costruire la sua casa gettando fondamenta importanti: in panchina arriva Ralf Ragnick, guru che in passato ha diretto club blasonati come Stoccarda, Hannover e Shalke 04, mentre per nella rosa si inizia a guardare nelle categorie superiori. Ilprimo acquisto di un certo livello è il croato Maric, punta che strappa un buon contratto (uno degli ultimi della sua carriera) e dice sì al club di Sinsheim aprendo un viatico importante che porta l'Hoffenheim direttamente ai vertici della Regionalliga. Nel 2007 arriva finalmente il tanto atteso esordio in Zweite, ma ai nastri di partenza ci sono delle vere e proprie corazzate come Borussia Moenchengladbach, Colonia, Sankt Pauli e Monaco 1860. Poco male, trascinata da valanghe di gol (secondo miglior attacco in assoluto) la squadra di Ragnick chiude seconda in un campionato equilibratissimo che si chiude solo all'ultima giornata, quando il Gladbach vince ufficialmente il torneo e il Colonia, a pari punti con il club di Hopp, strappano la promozione in Bundesliga. Le basi per la salvezza ci sono: la squadra annovera giocatori di tutto rispetto quali Salihovic, centrocampista letale sui calci piazzati, e le punte africane Chinedu Obasi e Demba Ba. Già, proprio quel Demba Ba strappato dal Chelsea al Newcastle un paio di mesi fa a suon di milioni. L'impatto con la Bundes, nell'agosto, è straripante tanto da attrarre l'intera attenzione mondiale. Alla pausa invernale l'Hoffenheim ci arriva da primo, a quota 35 e davanti al Bayern, ma nel ritorno il bomber Vedad Ibisevic si rompe i legamenti crociati ad un ginocchio e la squadra perde colpi. Terminarono settimi, posizione che valse una storica qualificazione in UEFA.

Dal 2009 in poi inzia però un'altra storia. Il mercato impoverisce tecnicamente la squadra e i tifosi, piano piano, devono salutare i vari Ba, Ibisevic, Hildebrand e per ultimo Luis Gustavo, passato per una cifra esorbitante al Bayern Monaco. La politica della società rimane la stessa, si cerca di coinvolgere più sponsor possibili ma quando Hopp - ai tempi ottavo uomo più ricco della Germania, oggi solo undicesimo - viene chiamato a gestire alcune magagne della sua azienda decide di delegare la gestione della società a Roger Wittmann, leader della discussissima agenzia Rogon. Wittmann mette insieme una serie di figuracce immense nelle successive sessioni di mercato, tesserando giocatori ormai a fine carriera come il portiere Wiese (che a Carnevale è andato a festeggiare vestito da carcerato e dal locale è uscito in manette per rissa), rimpiazzandolo poi da Heurelio Gomes, fuori squadra al Tottenham. Ovviamente anche il portiere brasiliano è assistito dalla Rogon, come 8 dei suoi compagni. Il conflitto di interessi pare non essere un problema per Hopp, che ha difeso Wittmann più volte davanti ai tifosi: "E' una persona seria e lavora per il bene del club". Sarà, ma intanto la squadra veleggia al penultimo posto in Bundesliga e il quart'ultimo posto, l'ultimo utile per salvarsi, è ormai un miraggio. Il ritorno all'inferno è vicino, sperando di non veder passare i titoli di coda sullo schermo. Vorrebbe dire, quantomeno, che la pellicola deve ancora terminare.

Nessun commento:

Posta un commento