venerdì 15 marzo 2013

Francesco Totti: l'VIII Re di Roma

Francesco Totti, capitano della Roma.

(articolo a cura di Emilio Scibona)

Romolo, Numa Pompilo, Tulio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo. Come tutti sanno, o almeno credo, questi sono i nomi messi in ordine cronologico dei sette re di Roma. A questa lista, figlia un po' della storia e un po' della leggenda, si può aggiungere tranquillamente un altro nome, ovvero quello di Francesco Totti. L'ottavo re di Roma, per altro uno dei suoi soprannomi, anche se quello più noto è ovviamente "Er Pupone", un nickname che lo accompagna dagli albori della sua carriera. Carriera iniziata il 28 marzo del 1993 a 16 anni, quando Vujadin Boskov lo lanciò negli ultimi minuti della partita Brescia-Roma 0-2. Son passati quasi 20 anni e quel ragazzino nato il 27 settembre del 1976 è ancora in campo, da titolare e da capitano della Roma. E da capitano della Roma macina record su record. Oggi è il giocatore in attività con più reti segnate in Serie A, e il 3 marzo del 2013 ha raggiunto quota 225 reti, collocandosi al secondo posto della classifica marcatori all-time della Serie A. E la storia continua......




Come già detto Francesco Totti ha debuttato in Serie A giovanissimo, a 16 anni e 6 mesi in una Roma in cui il giocatore simbolo era un altro "Romano de Roma" ovvero "Il Principe" Giuseppe Giannini, idolo di Totti, da cui Totti erediterà la maglia numero 10 nella stagione 1997/1998(anche se in realtà per un anno quella maglia la vestì Daniel Fonseca). Decisivi nella sua formazione due allenatori. Il primo senza dubbio fu Carlo Mazzone. "Sor Carletto" infatti allenò Totti negli anni della sua formazione professionista, facendogli da mentore e gestendone le presenze in campo, favorendo la sua crescita senza però bruciarlo. Lo stesso Totti in un'intervista rilasciata nel 2009 nella trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio dichiarò che Mazzone è stato l'allenatore per lui più importante. L'altro allenatore fu Zdenek Zeman, che ha allenato Totti per due stagioni e mezza(1997-1998, 1998-1999, e parte della stagione corrente). Il boemo infatti è stato l'allenatore che ha dato il via alla definitiva consacrazione di Totti come fuoriclasse. Totti sostanzialmente è un numero 10, ma nella sua carriera non è stato solo un fantasista per definizione. Durante la sua carriera ha dimostrato un'eccellente duttilità, ricoprendo più ruoli, dall'esterno d'attacco a sinistra, ruolo ricoperto per l'appunto con Zeman anche in questa stagione, il rifinitore classico, fino ad arrivare a fare la punta centrale(intuizione/necessità di Luciano Spalletti) ruolo che gli ha prolungato la carriera e che gli ha dato parecchie soddisfazioni. Tutto ciò è stato possibile grazie alle sue caratteristiche tecniche. Giocatore mobile con un buon cambio di passo, ottima visione di gioco, eccezionale tiratore dalla distanza e ottimo finalizzatore, Totti è riuscito negli anni nonostante l'avanzare dell'età a mantenere standard di gioco più che buoni, con medie realizzative alte, molti assist, soprattutto dai calci da fermo, altra sua specialità, divenendo per poi restare un punto fermo della Roma. Roma di cui è capitano, emblema e giocatore simbolo, e con cui, a livello nazionale è riuscito a vincere tutto e a realizzare 280 reti in 666 presenze. Meno bene gli è andata a livello Europeo, dove Totti non è mai riuscito a vincere una competizione, a dirla tutta non ci è andato nemmeno particolarmente vicino, ma non si può fargliene una colpa. Il punto più alto da lui toccato in Champions League sono stati i due quarti di finale raggiunti nel biennio 2006-2008, in cui però la formazione Capitolina è stata battuta(e nel 2006/2007 distrutta) dal Manchester United. A livello individuale ha vinto 5 volte l'Oscar del calcio come "Miglior Calciatore Italiano", 2 volte come "Migliore calciatore assoluto"come premi italiani. A livello internazionale è stato inserito da Pelè nel "FIFA 100" ovvero la lista dei 100(a dirla tutta in tutto sono 125) giocatori più forti della storia del calcio. Ha vinto inoltre nel 2007 la "Scarpa d'oro" come miglior realizzatore europeo, con 26 reti e nel 2010 è stato insignito del "Golden Foot" mettendo i suoi piedi nella "Champions Promenade" di Montecarlo. Non ha mai vinto il Pallone d'Oro. In realtà non ha mai avuto occasioni effettive per vincerlo. Avrebbe potuto vincerlo, e vincere molti altri trofei, se se ne fosse andato via dalla Roma. Le occasioni non gli sono mancate, ma lui è rimasto ed ha preferito scrivere la sua storia all'interno della storia del suo club, piuttosto che andare altrove. E pensare che Carlitos Bianchi, allenatore della Roma per un breve periodo nella stagione 96/97 non vedendo ne il suo potenziale ne la sua utilità. lo voleva far cedere alla Sampdoria. Ci hai preso Carlos, ci hai preso(per la cronaca Bianchi fu esonerato poco tempo dopo)...

A livello internazionale Totti ha militato in praticamente tutte le selezioni italiane, dall'U-15 fino alla nazionale maggiore. Nella nazionale Under-21, sotto la guida di Cesare Maldini prima e di Marco Tardelli poi, ha vinto nel 1996 gli Europei di categoria e nel 1997 i Giochi del Mediterraneo. Il debutto nella nazionale maggiore avviene sotto la guida di Dino Zoff il 10 ottobre del 1998 in Italia-Svizzera 2-0. Per la nazionale italiana Totti giocherà per otto anni, dal 1998 fino al 2006. La carriera di Totti in nazionale è stata particolare. Ritenuto da tutti gli addetti ai lavori l'uomo su cui costruire la nazionale di quel periodo, Totti, che riuscì a scalzare dalla gerarchia e dalla numero dieci nientepopòdimenoche Alex Del Piero, non è mai riuscito ad esprimere del tutto il suo potenziale. Dopo un Europeo del 2000 amaro per l'Italia, ma esaltante dal punto di vista individuale, Totti ha deluso nel Mondiale(farlocco se permettete) del 2002 e peggio ancora ha fatto nell'Europeo del 2004 dove era uno dei giocatori più attesi della competizione, ma in cui fu squalificato per uno sputo al danese Poulsen(nomen omen). Nel 2006 pur essendo a mezzo servizio a causa della frattura di tibia e perone rimediata in uno scontro di gioco con Richard Vanigli in Roma-Empoli 1-0 del 19 Febbraio di quell'anno, gioca da titolare(ma non da titolarissimo) i mondiali del 2006 in Germania, concludendo la competizione con 7 partite giocate, 4 assist e un gol, segnato su calcio di rigore contro l'Australia all'ultimo secondo dell'ottavo di finale, in una partita giocata da subentrato, al posto di Del Piero. Dopo il trionfo di Berlino Totti annunciò il suo ritiro dalla nazionale, in quanto il suo fisico non era più in grado di reggere gli impegni congiunti club/nazionali. Si ritirò dunque dopo aver collezionato 58 presenze e 9 reti. Nel 2010 si paventò un suo possibile ritorno, dopo che lui diede la sua disponibilità ma Lippi decise di non tenerlo in considerazione.
Il gesto tecnico a cui Totti è indissolubilmente legato ed associato e il pallonetto, o per meglio dire "er cucchiaio", colpo che nell'arco della sua carriera ha utilizzato più volte con risultati più che buoni. Il cucchiaio più famoso? Senza dubbio quello fatto nella serie di rigori della semifinale di Euro 2000 tra Olanda e Italia, quando uccellò il povero Van Der Sar con un tocco morbido che spiazzò il lungagnone olandese. Leggenda narra che prima di calciare quel rigore, che si rivelerà decisivo assieme ai tiracci degli orange per la conquista della finale, andò da Di Biagio e sibillò: "Mo je faccio er cucchiaio!". Frase che è entrata nell'immaginario collettivo di tutti, appassionati e non(pollice su se ci avete provato anche voi ma vi è andata male, malissimo). Ma quel rigore non fu l'unica occasione in cui Totti fece "er cucchiaio". In un famoso Derby della stagione 2001/2002 finito 5-1 per la Roma, Totti uccellò Peruzzi con un cucchiaio dai 20-25 metri, che poi fu dedicato alla sua futura moglie, Ilary Blasi, all'epoca letterina del programma "Passaparola". Ma quello senza dubbio più bello lo fece in un Inter-Roma 2-3 della stagione 2005/2006. La vittima fu Julio Cesar, che alla prima stagione in Italia fu vittima di questo colpo, che per i portieri rappresenta più un insulto che un tiro, scagliato da distanza defilata. Quel gol fu premiato come "Miglior gol della Serie A" nel 2005(premio che Totti vincerà di nuovo l'anno dopo con una staffilata da posizione improbabile che trafisse Berti in un Sampdoria-Roma 2-4).
Uno dei motivi per cui Totti è senza dubbio amato è la sua spontaneità, il suo essere sincero, genuino, sanguigno. Alle volte però si è reso protagonista di gesti censurabili o quanto meno rivedibili. Già parlato dello sputo in faccia a Christian Poulsen, che notoriamente non è un simpaticone per definizione, ci sono stati altri episodi in cui Totti ha perso le staffe. Nell'Aprile del 2005 in un Roma-Siena di fine stagione colpì con un pugno al volto Colonnese dopo essere stato espulso, rimediando cinque giornate di squalifica. Nella finale di Coppa Italia del 2009/2010, quella del primo capitolo del triplete dell'Inter, Totti stese con un calcione terrificante Balotelli nel finale di partita, generando una quasi rissa tra le due squadre. Controversi anche i rapporti con i rivali laziali. Tutto cominciò con un goliardico "Vi ho purgato ancora" in un derby del 1998/1999 finito 3-1 per la Roma. Meno goliardico il pollice verso mostrato sotto la curva alla fine del derby di ritorno del 2009/2010, quando la Roma si giocava lo scudetto mentre la Lazio lottava per salvezza, che gli costò non poche critiche, e una salatissima multa. In quell'occasione Totti fu "difeso" da un'uomo che non ti aspetti, ovvero Paolo Di Canio, che definì il suo gesto come normale, soprattutto se inquadrato in logica derby. In tutte queste occasioni, in sua parziale discolpa, Totti ha sempre fatto delle pronte scuse, assumendosi le sue responsabilità e pagando i suoi errori senza nascondersi mai.
In una carriera fatta di tante giocate, tanti gol, molti successi, molte sconfitte, Totti è riuscito ad essere più che un calciatore, un'icona del calcio italiano. Probabilmente per il suo carattere, per la sua genuinità e la sua spontaneità, talvolta eccessiva. Forse per il suo essere naturalmente comico e autoironico, senza mai prendersi sul serio, anzi mostrando una grande capacità di saperci ridere sopra, come dimostrò il celeberrimo libro di barzellette uscito tempo fa. O forse perché ha messo su famiglia con una delle show-girl più in auge e amate della TV italiana. O forse, per tutte queste cose messe assieme. A 37 anni da compiere non smette di regalare emozioni. L'ultimo obiettivo della sua carriera è quello di superare Piola e arrivare al primo posto della classifica marcatori. Gli mancano 49 gol, per raggiungerlo dovrebbe stare sui 15 gol a stagione per i prossimi tre anni verosimilmente. E' difficile, quasi impossibile. Ma questo non importa. Siamo di fronte a un campione, che si può non amare, magari non stimare, ma che non apprezzare è davvero impossibile.

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