domenica 17 marzo 2013

NAZIONALI - La top 11 dei mai convocati che farebbero comodo a Prandelli.


(articolo a cura di Emilio Scibona)

Capita, non frequentemente, ma capita, che le federazioni organizzino delle partite con le nazionali "B", che tendenzialmente sono le nazionali sperimentali o addirittura composte da giocatori della serie cadetta. Capita invece meno di rado che i C.T. delle nazionali, sperimentino durante le partite amichevoli o nelle partite di qualificazione teoricamente abbordabili nuovi giocatori, per verificare l'eventuale contributo che questi possono dare alla selezione in futuro. In questa stagione, anche se a dirla tutta alcuni di questi nomi non li scopriamo adesso, si sono distinti alcuni giocatori, che almeno secondo me, meriterebbero una chance in azzurro. Improvvisandomi selezionatore di questa nazionale sperimentale, scrivo in questo post la Top 11 dei mai convocati in nazionale che gioca in Serie A, schierando un'ipotetica(e improbabile) formazione. Come modulo scelgo il 4-3-3 uno dei moduli in auge negli ultimi anni, utilizzato dal C.T. Prandelli o nella sua normale attuazione o in varianti più spurie.



Italia Sperimentale 4-3-3

Portiere

Andrea Consigli(Atalanta): in Italia ci sono tanti portieri italiani, validissimi e molto bravi. Mi vengono in mente Sorrentino, Mirante, Agazzi, portieri che hanno dimostrato di essere molto bravi tra i pali. Alla fine tra questi scelgo Andrea Consigli, che secondo me è il portiere che più si è migliorato, e in questi anni è migliorato parecchio, dimostrando di saper stare tra i pali, di essere reattivo e di saper parare anche i rigori(chiedere al Cagliari nella prima giornata del campionato). Mi pare logico che fino a quando in nazionale ci sarà il monumentale Buffon come titolare e dietro portieri validi come Marchetti e Sirigu, o ancora affidabili come De Sanctis, le possibilità di vestire la maglia azzurra diventano pochissime se non praticamente nulla. Secondo me però se mantiene questo standard una chance in futuro potrebbe pure averla.

Difensori

Francesco Pisano(Cagliari): da quando il Cagliari è tornato in Serie A nel 2004 il terzino sardo è sempre stato parte attiva della rosa dei sardi. Negli ultimi anni si è affermato come titolarissimo, e il suo rendimento è sempre stato costante. Riesce sempre a proporsi in attacco con continuità dando manforte, anche se non sempre con risultati eccelsi, anche in difesa. In un periodo in cui, per motivi diversi, ne Abate ne Maggio sono al top, io una possibilità gliela darei volentieri.

Marco Andreolli(Chievo): all'inizio non ha mantenuto le promesse di inizio carriera, non riuscendo ad accompagnare le sue grandi qualità con un rendimento tale da poter divenire un titolare fisso. Gioca al Chievo da tre stagioni ed al Chievo sembra aver trovato finalmente quella costanza di rendimento che gli serviva per imporsi. Quest'anno dopo un inizio difficile, il centrale scuola Inter ha ritrovato il posto da titolare con l'insediamento di Corini in panchina. L'Inter lo ha praticamente riportato a casa a costo 0 per giugno e a giudicare dalle prestazioni di quest'anno capisco il perché.

Nicolas Spolli(Catania): si lo so, tecnicamente è un giocatore argentino. Ma ha, come in un certo senso si può evincere dal nome pure il passaporto italiano. In questi anni a Catania ha avuto un rendimento costante, dimostrandosi un centrale molto affidabile e componendo con Legrottaglie un tandem dal rendimento standard molto elevato, soprattutto se messo in relazione alle ambizioni di salvezza con cui il Catania è sempre partito e che è riuscito ad assecondare quasi subito. Siccome in tempi non recentissimi ma nemmeno troppo antiquati si è parlato di una possibile convocazione di Matias Silvestre, non vedo il motivo per cui non possa essere ipotizzata per Spolli, che secondo me è più bravo del suo ex compagno di squadra che oggi si è perso all'Inter.

Giovanni Marchese(Catania): uno dei tanti meriti che si può riconoscere al Catania è quello di aver spesso rilanciato carriere di giocatori che nell'arco della loro carriera non avevano spiccato ne per presenze ne per rendimento. E' il caso proprio di Marchese, che dopo un promettente avvio di carriera non era mai riuscito a mettersi in evidenza, finendo sempre o in prestito o in panchina. Montella lo ha lanciato come titolare la stagione scorsa e non è più uscito. Non ha doti extra, ma interpreta bene le due fasi ed ha una certa personalità. Doti che lo hanno reso uno dei terzini più affidabili della Serie A. In un settore dove c'è una certa concorrenza(Balzaretti, Santon, Peluso, per citare quelli nel giro) ma dove una vera e propria gerarchia si forma solo nell'arco di una competizione(vedi Grosso nel mondiale del 2006) potrebbe essere una sorpresa.

Nota a margine: se non ho inserito il giovane e promettentissimo De Sciglio i motivi sono due: il primo è che lui ha ottenuto già una convocazione in nazionale quest'estate nell'amichevole passata quasi sotto silenzio contro l'Inghilterra, e il secondo perché mi sembra superfluo dire che questo ragazzo ha tutte le doti per diventare un giocatore titolare della selezione azzurra.

Centrocampisti

Andrea Bertolacci(Genoa): al Lecce era diventato l'ammazza-Juve. Al Genoa è arrivato in punta di piedi per poi imporsi come mezzapunta titolare, rubando di fatto il posto a Ciro Immobile. Centrocampista eclettico, dinamico, completo, uno dei più interessanti del panoramica calcistico italiano. Secondo me la Roma dovrebbe mangiarsi le mani per averlo lasciato andare a cuor leggero, forse esagero, ma mi assumo la responsabilità di quello che dico. Io nella mia squadra ideale lo vorrei un jolly così, e secondo me potrebbe tornare utile alla causa azzurra.

Francesco Lodi(Catania): anche qui mi assumo le responsabilità di quello che dico. Son convinto che un giocatore come Francesco Lodi farebbe le fortune di parecchie squadre in Italia,e ne conosco una che ha la maglia a strisce neroazzurre, ma che non gioca ne a Bergamo ne a Pisa, ne a Bisceglie, che ne avrebbe davvero bisogno ed effettivamente ha provato pure a prenderlo. In Serie B era un fantasista dai piedi fatati col vizio del gol. In Serie A non era mai riuscito a imporsi ne all'Empoli ne all'Udinese dove è sembrato un giocatore di talento ma privo di quel quid che serve per emergere. Poi nel 2011 l'arrivo a Catania e la geniale intuizione di Simeone di rallentare gradualmente il suo baricentro e di farlo agire come centrocampista centrale. Poi l'affermazione come uno dei migliori registi della serie A, il suo sinistro da fermo è quasi sempre letale. In quel ruolo in nazionale gioca Pirlo e fino a quando Pirlo sta bene o vorrà quel posto è suo per manifesta superiorità. Ma un vice Pirlo effettivo in nazionale non c'è mai stato. Ai tempi dei mondiali c'era la suggestione Corini, un'altro eccellente regista che la nazionale l'ha solo sfiorata. Se la logica è quella di avere un ricambio per ogni tipo di giocatore allora Lodi in nazionale ci sta come il pane.

Giacomo Bonaventura:(Atalanta): la vera rivelazione della stagione. Sta prendendo per mano l'Atalanta in quest'ultimo periodo di vittorie, dimostrando tutte le sue qualità. Buona tecnica di base, eccellente tenuta del campo, grande personalità e una duttilità eccellente, visto che sa giocare sia da esterno che da interno di centrocampo, sempre con buoni risultati. Vale lo stesso discorso fatto per Bertolacci, anche se "Jack" sembra avere qualcosa in più, o almeno così dice questa stagione, in cui, assieme a Denis, sta facendo la differenza per la squadra orobica. Se l'esempio di giocatore duttile in nazionale è dato da Emanuele Giaccherini, che scarso non è, ma che secondo me non ha ne personalità, ne colpi, ne il minutaggio per giocare in nazionale, allora pure Bonaventura dovrebbe avere una chance, anche due.

Attaccanti

Marco Sau(Cagliari): la punta tascabile del Cagliari si è reso protagonista di una stagione che numeri alla mano e considerando che è alla stagione d'esordio, si può definire di ottimo livello. Seconda punta di statura minimal ma dotata di grande velocità sia di corsa che d'esecuzione, Sau è il capocannoniere del Cagliari con undici reti in ventidue match disputati, 0,5 reti a partita. Come aveva fatto in C1 al Foggia e in B alla Juve Stabia sta dimostrando di vedere bene la porta. La storia della nazionale dice che gli attaccanti non devono necessariamente provenire tutti dalle grandi squadre. Tentar non nuoce....

Alberto Paloschi(Chievo): 18 secondi è stato il tempo che impiegò per segnare al suo debutto con la maglia del Milan, in un Milan-Siena di 5 anni fa. Ancelotti lo definì "Predestinato". A 5 anni di distanza Paloschi non ha mantenuto del tutto le aspettative su di lui, a parte una stagione in Serie B con il Parma non è mai riuscito ad andare in doppia cifra stagionale, un po' per caso, un po' per sfiga, un po' tanto visti gli infortuni che ha avuto nonostante la giovane età. Quest'anno, al rientro da un'altro bruttissimo infortunio, si è preso il posto da titolare del Chievo, segnando 7 gol in 14 partite, e relegando in panchina Sergio Pellissier, ovvero il capitano e l'emblema di una storia chiamata Chievo Verona. Sinceramente, ed anche qui mi assumo la responsabilità di quello che dico, è il giocatore che per caratteristiche mi ricorda di più un grandissimo ex giocatore, ovvero quel Pippo Inzaghi che ha elevato ad arte lo sprint sul filo del fuorigioco e che alla sua età era una giovane promessa che sbuffava in panchina al Parma. Se fisicamente troverà continuità potrà fare grandi cose.

Alessio Cerci(Torino): era una giovane promessa, a Roma lo chiamavano il "Thierry Henry di Valmontone". Il paragone è stato maestoso, troppo, d'altronde paragonare un giocatore ad Henry soprattutto se è un giovane è una bella gatta da pelare. Effettivamente di Henry lui, come tantissimi. non ha nulla. E' un giocatore diverso, attaccante esterno, mancino, ipertecnico, rapido nei movimenti. Giocatore che quando è in giornata si è spettacolare, talvolta devastante. Lo ha fatto vedere alla Fiorentina e lo sta facendo vedere al Torino, dove quest'anno ha già segnato cinque reti ed ha distribuito parecchi assist. Il suo allenatore Giampiero Ventura, è quello che nel corso della sua carriera lo ha saputo maggiormente valorizzare e gestire. Perché come spesso capita, a un giocatore di talento si accompagna un carattere esuberante e anche un po' fumantino. Nella sua esperienza a Firenze, nonostante alcune ottime prestazioni e dei numeri più che accettabili per la media del ruolo, Cerci non è riuscito a farsi apprezzare, soprattutto dai tifosi. A Torino, probabilmente anche per merito di Ventura sembra aver trovato una dimensione a lui ideale. Certo se avesse un minimo di continuità in più sarebbe perfetto, però per un giocatore di questo calibro io un rischio lo correrei...

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