Le semifinali di Europa League hanno dato il loro verdetto .La finale sarà Chelsea-Benfica. I Blues hanno bissato il successo dell'andata contro il Basilea. Basilea che esce comunque a testa alta dalla competizione, competizione che ha visto la compagine svizzera come una delle protagoniste.
La formazione rossoblù allenata da Murat Yakin si è espressa su ottimi livelli di gioco ed ha messo in mostra tanti giovani interessanti come Schar, i due egiziani El Neny e Salah, autore oggi del gol che ha per poco riaperto i giochi, i due esterni Stocker e Frei, Sommer, che nonostante non abbia brillato in queste due settimane resta comunque un portiere di talento e Dragovic, assente oggi per squalifica. Dopo il gol di Salah, il Chelsea di Benitez ha risposto con un uno-due micidiale di Torres e Moses e poi ha chiuso i giochi come all'andata con un gol di David Luiz, difensore rivedibile, notevole tiratore. Nel caso in cui il Chelsea dovesse vincere l'Europa League sarebbe, solo per nove giorni si intende, detentore contemporaneamente dell'Europa League e della Champions League. Accadrebbe per la prima volta in assoluto nella storia delle coppe Europee. Un precedente simile accadde in un altro sport, precisamente la Formula 1 e anche in quel caso c'era di mezzo un inglese, ovvero Nigel Mansell, campione del mondo 1992, che, dopo esser passato alla Formula Cart americana, risultò essere contemporaneamente campione del mondo di F1 e della Cart. Il "precedente" sportivo risulta dunque incoraggiante. Benfica permettendo. A fare compagnia ai blues infatti ci sarà la formazione lusitana allenata da Jorge Jesus, che, a distanza di 23 anni dall'ultima volta, torna a disputare una finale europea. E lo fa con merito, ribaltando lo 0-1 di Istanbul e sconfiggendo per 3-1 il Fenerbahce. La formazione turca, che quest'anno ha un organico di tutto rispetto, non riesce dunque a ripetere l'impresa degli "amati" cugini del Galatasaray, che vinsero l'allora Coppa Uefa nell'ormai lontano 2000. In una partita intensa, combattuta, agonistica, e molto dura le Aquile lusitane son passate in vantaggio con un gol di Nico Gaitan. I turchi hanno impattato la partita grazie a un rigore concesso in circostanze dubbie trasformato da Kuyt. A togliere il Benfica dall'impiccio ci pensa Oscar Cardozo. Il centravanti paraguaiano realizza la doppietta che consente ai portoghesi di festeggiare e che condanna all'eliminazione un Fenerbahce che in questa campagna europea ha avuto i suoi meriti ma anche tanta fortuna fino a quel punto. Fortuna che non ha sorriso invece a Gokhan Gonul, capitano dei gialloblu, costretto ad uscire per un calcione terrificante, ovviamente involontario, preso da Nico Gaitan. Per il Benfica un traguardo in salsa sudamericana. Ben 11 tra titolari e subentrati i giocatori provenienti dal Sud America che oggi hanno giocato, senza contare i panchinari e il resto della rosa. Dopo la delusione del 2011 con l'eliminazione arrivata per mano dei connazionali del Braga, il Benfica sogna un trionfo a 51 anni di distanza dall'ultima vittoria, ovvero la Coppa dei Campioni del 1962 quando la Pantera Nera Eusebio ringhiava per le aquile. Anatema permettendo. Infatti nel 1962 Bela Guttmann, allenatore di quel Benfica, cacciato dopo un contenzioso con la società sentenziò che la squadra non avrebbe più vinto nulla in Europa. Da quell'anatema famoso il Benfica perse tutte le finali europee che disputò. Corsi e ricorsi storici, coincidenze ed anatemi a parte, il 15 maggio ad Amsterdam ci aspetterà una delle finali più affascinanti, forse la più affascinante di sempre. Che partita sarà? Lo scopriremo il 15 maggio.
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