Ieri con la vittoria per 2 a 0 del Zorya sul Tavrya è iniziato il campionato ucraino. Campionato che ormai si può considerare a pieno titolo tra quelli da seguire con interesse. Merito dei successi conseguiti dallo Shakthar Donetsk, ma anche dal Dnipro e dal Metalist Kharkiv, in campo europeo. Successi conseguiti grazie ad un livello alto di gioco espresso e alla qualità delle rose messe in campo.
A "pagare dazio" la Dinamo Kiev, un tempo potenza egemone del calcio ucraino, ormai detronizzata, a tal punto da aver mancato l'accesso alla Champions League dopo 21 anni, ovvero dalla prima edizione del campionato ucraino vinta dal Tavrya nel 1992. Alla luce degli ultimi "insuccessi" la Dinamo Kiev ha deciso di cambiare completamente rotta e forma mentis. Lo aveva fatto già l'anno scorso, quando nella capitale sono approdati Miguel Veloso, Kranjcar, Marco Ruben, Taiwo, Raffael e Vida, ovvero giocatori rodati a livello europeo, tutti più o meno titolari ed affermati nei campionati di vertice e con esperienza nazionale. Un inversione di rotta considerando che di base la Dinamo Kiev ha costruito i suoi successi assemblando rose fatte di giovani, del vivaio o meno, giocatori rodati del campionato ucraino più qualche scommessa africana, sudamericana o mitteleuropea che fosse. Nonostante il clamoroso flop della stagione scorsa la Dinamo ha comunque deciso di continuare su questa strada. La partenza è stata a razzo. 37 milioni di euro spesi, tre in meno rispetto alla stagione scorsa compresa di mercato invernale, per l'acquisto di Lens, nazionale olandese del PSV, Mbokani, punta titolare dell'Anderlecht, del terzino sinistro del Bordeaux Tremoulinas e di Younes Belhanda, il fantasista marocchino artefice della Ligue 1 vinta dal Montpellier nel 2012. Tutti giocatori che potevano tranquillamente giocare in squadre competitive o addirittura di vertice delle top League e che avevano tanto mercato. Il risultato è che, nomi alla mano, la Dinamo Kiev ha uno squadrone spaventoso per il campionato e abbastanza competitivo per l'Europa League. Avere tanto talento però non basta, bisogna dargli congruenza e Oleg Blokhin sarà chiamato ad un lavoro che appare difficile. Già domani sera contro il Volyn Lutsk si potranno ricavare dettagli importanti. La prima delle "grandi" a giocare è il Dnipro Dnipropetrovsk, chiamato stasera all'impegno casalingo contro l'Arsenal Kiev. La squadra allenata da Juande Ramos ha una rosa di buon livello dove spiccano le individualità di Konoplyanka, secondo me uno dei migliori giocatori ucraini, e di Giuliano, fino a poco tempo fa nel giro della nazionale brasiliana e reduce da una stagione eccellente.Alla squadra che l'anno scorso ha fatto soffrire e non poco il Napoli sembra però mancare quel quid in più per insidiare Shakthar e Dinamo Kiev e l'acquisto del solo Vlad, difensore rumeno proveniente dal Pandurii non è sufficiente ad innalzare il livello di quel che basta per essere ulteriormente competitivi. Discorso diverso per il Metalist Kharkiv di mister Markovich reduce da un sorprendente secondo posto che ha portato la formazione gialloblu alla qualificazione in Champions. Il Metalist ha una squadra di buon livello, perfetto assemblaggio di validi giocatori sudamericani, come gli argentini Cristaldo, Sosa(proprio lui il "Principito" ex Bayern e Napoli), i brasiliani Cleiton Xavier e Marlos più giocatori affidabili come Devic e vecchie volpi come Shelayev e il portiere Gorianov. Questo assemblaggio accompagnato da un gioco concreto ed equilibrato ha portato il Metalist dove è oggi, ovvero ai vertici del calcio ucraino. Fino ad ora l'unico acquisto fatto dal Metalist è stato quello di Rodrigo Moledo dall'Internacional, che va a rinforzare una difesa già comunque solida. Il Metalist concluderà la giornata di campionato lunedì sera contro il Metalurg Donetsk. Dulcis in fundo c'è lo Shakthar Donetsk di Mircea Lucescu. Reduce da una stagione esaltante dove ha ammazzato il campionato, disputato una grande Champions League nonostante l'eliminazione agli ottavi, e vinto la coppa nazionale, lo Shakthar si presenta(forse) ridimensionato nella forma, ma non nella sostanza. Alla partenza eccellente di Willian, approdato all'Anzhi a gennaio per 36 milioni di euro, si sono aggiunte in questi giorni quelle dei pretoriani Gai e Rat, ma soprattutto quelle di Fernandinho, passato al Manchester City e di Mkhitaryan, l'erede di Mario Gotze al Borussia Dortmund . Cessioni che hanno fruttato in questa sessione di mercato la bellezza di 67 milioni e mezzo di euro, già parzialmente investiti negli acquisti di Fred dall'Internacional, che si è presentato con una doppietta in Supercoppa d'Ucraina contro il Chronomorets Odessa, Fernando, fresco di Confederations Cup, proveniente dal Gremio, del funambolico Wellington Nem dal Fluminense e del "puntero" Facundo Ferreyra dal Velez per una spesa totale di 42 milioni di euro. Questi giocatori sono tra i giovani più interessanti del Sudamerica e come è logico che sia lo Shakthar non se li è fatti sfuggire. Giovani che si aggiungono agli altri talenti che vestono l'arancionero come Douglas Costa, Alex Teixeira, Taison, tanto per citarne alcuni, e alle garanzie come capitan Srna, Hubschman, Eduardo, Pyatov( proprio lui più per esperienza che per talento). Per i minatori dunque l'obiettivo è sempre lo stesso: dominare in Ucraina e fare quanta più strada possibile in Europa. Dopo l'antipasto della Supercoppa d'Ucraina, domani lo Shakthar sarà impegnato contro il modesto Hoverla nella prima giornata di campionato. La squadra da battere restano loro, soprattutto se il livello del gioco espresso resta sempre sullo standard, altissimo, dell'anno scorso. Se poi dovesse arrivare pure Bernard, perfetto per il gioco veloce e verticale dei minatori, allora ci sarà poco da discutere.
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