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L'esultanza del brasiliano Wanderson (Krasnodar) |
A Kazan lo scorso anno il CSKA Mosca perse, a vantaggio dei cugini dello Spartak, all'ultima giornata il secondo posto valido per i preliminari di Champions League. Quest'anno, invece, i soldati rischiano di lasciare in Tatarstan il titolo, complice la sconfitta maturata contro il Rubin per 2-0: i
soldati giocano male, resistono appena poco più di un tempo, prima di venire trafitti dal venezuelano Rondon e dal finnico (ma originario di Rostov-sur-Don) Roman Eremenko nel finale di gara, a simboleggiare non solo come il club di Berdiyev sia bestia nera dei moscoviti, ma anche come il campionato resti, a quattro gare dalla fine, apertissimo. Merito, anche, dello Zenit, che sotto i 25 gradi di Krasnodar riesce a non perdere una complicatissima sfida contro lo spumeggiante Kuban di Kuchuk: avanti dopo nemmeno due minuti grazie al sempreverde Kostantin Zyryanov, i piteriani subiscono la reazione dei
cosacchi che, prima della fine della prima frazione di gioco, ribaltano il parziale grazie alle reti del rumeno Niculae e del bulgaro Popov. Nella ripresa il pareggio di Danny risveglia gli "Spalletti's Boys", che però devono ringraziare anche la fortuna, visto il palo colpito a porta quasi vuota al 94' dal grande ex della sfida, l'esterno Ionov.