Parliamo oggi di Aleksey Gasilin giovane prima punta dello Zenit, classe 96. Per molti la Russia ha già trovato il nuovo Kerzhakov, difatti le caratteristiche tra i due non sono di molto differenti.
Esperienza con le sezioni giovanili della nazionale, da quella under16 a quella under17, e addirittura il 26 Maggio ha avuto anche modo di debuttare nella prima squadra di Spalletti, nella gara contro l’Amkar Perm.
Protagonista assoluto della vittoria russa all’ultimo Europeo under17, segnerà però solo un gol, quello contro l’Italia nella fase a gironi. Segnerà poi entrambi i rigori battuti a fine degli ottanta minuti, sia in semifinale contro la Svezia che in finale ancora contro gli azzurri di Zoratto.
Veloce senza palla, aggredisce lo spazio e taglia alle spalle del difensore, queste le sue caratteristiche migliori. Si tratta decisamente di un prospetto da tenere d’occhio in maniera stretta.
Scrivo con il rigore di Shirokov ancora davanti agli occhi, un errore decisivo a cinque minuti dalla fine. Scrivo pensando a quel pallone che danza nell'area svizzera dopo che ha sbattuto sul palo, con Bystrov che guarda il suo tiro chirurgico infrangersi su una sbarra traversa bianca. Scrivo pensando a Danny che da due passi dalla porta semivuota spedisce il pallone in curva. Il goal di Witsel intorno alla mezzora del primo tempo non basta, l'1-0 non basta.Non è bastato un ottimo secondo tempo, non è bastato l'uomo in più (espulso nel Basilea il centrocampista Diaz per somma di ammonizioni al 44'), non è bastato nulla di quanto messo in campo dai piteriani quest'oggi.
Si gioca a Grozny per via di alcune problematiche al terreno di gioco di Kazan una sfida interessantissima, tra il Rubin di Berdiyev, che deve fare a meno di M'Vila, e lo Zenit spallettiano, privato di Criscito (stagione finita), Anyukov e con Witsel solo in panchina. E' la partita della domenica, e lo Zenit la interpreta abbastanza bene per circa mezz'ora, sfiorando il goal con una punizione di Kerzhakov ben parata da Ryzhikov e offrendo anche un discreto gioco.
Poi, al 30', il black-out: su un lancio dalle retrovie dell'israeliano Natkho, Bruno Alves va completamente a vuoto, lasciando solo contro Malafeev il venezuelano Rondòn. L'ex Malaga opta per un tocco morbido a scavalcare il potere: è la scelta corretta, con il pallone che si insacca in rete anche grazie al goffo intervento dell'ex Siena Neto. Il primo tempo può essere riassunto così.
Nella ripresa il tema è chiaro: piteriani a fare la partita, tartari pronti a colpire in contropiede, la loro arma migliore. Il primo squillo della seconda frazione di gioco è un tiro di Kerzhakov sull'esterno della rete, i "padroni di casa" (seppur solo in teoria) sfiorano il raddoppio con Eremenko che spara però addosso a Malafeev da ottima posizione. Il ritmo cresce visibilmente: Rondòn dal cuore dell'area di rigore calcia debolmente e centralmente fallendo il match-point, qualche minuto dopo Bystrov ha sul piede la palla del pareggio ma incrocia troppo il mancino, con la sfera che termina sul fondo.
Orbaiz contro Hulk - foto Saeed Tcarnaev
Non succede più nulla, almeno sotto il punto di vista delle palle goal nitide: lo Zenit, nonostante l'ingresso del grande ex Bukharov, non riesce a scardinare il fortino allestito dal turkmeno Berdiyev, dall'altra parte il Rubin non riesce a chiudere la partita. Poco male, i tre punti, pur soffrendo fino alla fine, arrivano comunque. Complice il successo del CSKA, lo Zenit - terza sconfitta di fila contro il Rubin e terza sconfitta consecutiva in assoluto dopo quelle di Liverpool e Basilea - scivola a ben otto punti dalla vetta, mentre i tartari salgono a quota 34, in piena corsa per un posto in Europa League, a -4 dagli uomini di Spalletti.